Esattamente una settimana fa ho posto fine, non proprio consensualmente, alla mia vecchia residenza patavina e per come si sono messe le cose, anche ad un'amicizia che per quel che mi riguarda durava a perdita di memoria. Coloro che mi conosco personalmente sanno che questi 5 anni patavini ho avuto la fortuna di condividere dei luoghi con delle persone amiche nel mezzo del camin dell'esperienza studentesca all'università. Non nascondo che, un paio di settimane fa, quando ho levato le tende dalla mia postazione, ho avvertito un velo (molto di più di un velo) di malinconia e tristezza. Dopo tutto è normale avvertire queste sensazioni visto che in quel luogo ho vissuto momenti stupendi con alcune donzelle, con i miei fidi compari di avventura in questo periodo, momenti di vittoria studentesca e momenti tristi di sconfitta sia sul piano studentesco che sul piano morale e personale, come ad esempio il vedere deteriorarsi come un cibo che va a male l'amicizia con uno dei componenti di questa piccolissima cerchia. Con il senno di poi, quest'esperienza ha permesso di comprendere sfaccettature del carattere di tutti noi che vanno ben al di la della semplice condivisione di un sabato sera o di una fugace vacanza il ché è cosa buona e giusta. Ma in questo momento che sto per organizzare un altro anno in terra padovana non posso a non pensare a quel po' di me stesso che ho lasciato là dentro. Datemi pure del sentimentale, ma sebbene negli ultimi tempi vi siano stati degli attriti pesanti tra le parti, questi 5 anni li porterò sempre con me come un periodo in cui ho avuto un assaggio di libertà e di vita reale al di fuori dal nido paterno e materno.
sabato 12 settembre 2009
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