venerdì 25 aprile 2008

Bronsa Querta!

Tra le molte persone che mi circondano nell’ambiente famigliare, quello senza dubbio più fuori di testa è lo zio Nico, che in verità, per l’anagrafe di nome fa Domenico. Costui è un signore di 70 anni che agli occhi di un osservatore distratto appare come una persona calma docile e ben distinta nel portamento. Ma, coloro che lo conoscono e gli sono amici possono confermare che è tutto fuorché tranquillo. Lui, è il fratello maggiore della mia mamma, e grazie al suo carattere si riesce ad avere un rapporto aperto che va al di là delle pure formalità tra parenti, magari di una certa età. Ha la bellissima abitudine di dire sempre quello che pensa, nel bene o nel male. Vi basti pensare che riesce a farmi fare delle figure di m***a non indifferenti anche solo parlando con i miei genitori. Per esempio, è colui che mi chiede come vanno le cose a Padova, ma non dal punto di vista scolastico, bensì dal punto di vista della “gnocca”. Tanto per non smentire al sua fama, oggi a pranzo è uscito con una delle sue genialate, in un momento di tranquillità ha fatto notare a tutti che quest’anno avevo dato fondo alle riserve di cioccolata che ho ricevuto a Pasqua (di solito è lui a finirle dato che io non sono così goloso) e poi, con la naturalezza che lo contraddistingue mi guarda e mi dice: beh valà caro!!! Catate ‘na tosa e taca ciavare, parché chi la situasion la ze critica! (Traduzione: è meglio che ti trovi una donna e alla svelta!). E’ stato colui che, fin dall’inizio della mia ultima storia con una tipa, mi ha detto le cose come stavano. E quanto lo cose sono precipitate e lei mi ha brutalemente piantato, mi fa: Varda, l’unica roba che te ghé perso zè do tette bele grosse, par resto, niente de bon, ansi la zera fora de posto vissin de tì! (Traduzione: non hai perso nulla di ché!). Per il resto, è una persona da stimare profondamente, e non solo perché è mio zio ma anche per il livello culturale che sfoggia, io rimango sempre a bocca aperta quanto intraprendiamo discussioni di storia o letteratura insieme, è quello che si sul dire un pozzo di conoscenza. È appassionato di arte e architettura tanto che, lui e la mia mamma, annualmente si vanno a fare quelle visite guidate per le ville palladiane.

Per completare questa rapida panoramica su questo “distinto signore” vi dico che: ha passato gli anni 60 a Roma per lavoro, e lui a detta sua, ma confermato anche dalla mia mamma, ne ha combinate di cotte e di crude. Non si è mai sposato, non si sa bene il motivo, io ipotizzo, dato che nella sua rubrica telefonica ha una montagna di numeri di amiche, che a lui non piacciano i legami stabili e lunghi. E quando lo trovi in centro a Valdagno è sempre in compagnia di qualche amica, non male per un vecchietto è!?

venerdì 18 aprile 2008

Behind Blue Eyes


In quest’ultimo periodo mi capita spesso di pensare al vero significato della parola felicità. Ora, molti di quelli che mi conoscono, sosterranno che sono rincoglionito, e che le sostanze balsamiche che respiro per tutto il dì mi hanno dato alla testa. In parte potrebbero avere ragione, ma, ultimamente mi pongo con una certa regolarità la domanda: chi si può dire veramente felice?!

Per esempio, io, mi dovrei sentire felice dato che ultimamente ho conosciuto una gentil donzella in quel di Padova che definirei: abile oratrice di un livello culturale elevatissimo, ma, non è propriamente così! Non riesco ad essere pienamente felice di questo fatto, se non fosse altro che in partenza so che questa strada è una strada chiusa. È da dire però che ogni volta che passo del tempo con questa girl, puntualmente il tempo vola. E questo mi rende felice. O meglio, mi rende felice fino al momento in cui la serata si chiude, di li in poi è un altro discorso…
Una cosa che mi rende sicuramente felice sono le stronzate con gli amici e l’imprevedibilità di certi eventi, e l’essere circondato da donzelle, dopo i quali sento un’energia interiore rinnovata.

Una cosa che mi rende infelice, ma al tempo stesso, non me ne può frega di meno, come dicono a Roma, è che alcune delle mie più care amiche di corso, hanno deciso, di togliermi il saluto, o forse l’ho tolto io a loro… solo per il fatto che avevo chiesto loro una cosa a cui io non avrei rinunciato per nulla al mondo, loro, o meglio una di loro, ha detto no categorico quindi siamo arrivati alla guerra fredda!
Un’altra cosa che mi rende infelice, e mi fa incazzare, senza contare che quando capita questa situazione scado nella violenza verbale, è il fatto che il mio papà, bravissimo uomo ha una difficoltà immensa ad utilizzare un pc, e sembra che non riesca ad imparare nulla di quello che gli spiego.

Tirando le somme di questo monologo, e ricordando che non sono né un filosofo né uno psicopatico, sono giunto alla conclusione che il concetto di felicità ha molte sfaccettature, molti toni di colore, e racchiude sensazioni che possono essere opposte tra loro, che miscelandosi divengono complementari e danno la percezione della realtà in un certo modo piuttosto che un altro.
In aggiunta a questo, io credo che la felicità che prova una persona può scaturire dalle situazioni più impensate, un’alba con cielo terso un tramonto al mare, un sorriso di una bella donzella, tutte situazioni che in quel momento specifico ti fanno affermare tra te e te; sono felice.

E voi miei cari lettori, ve la siete mai posta questa domanda….

venerdì 11 aprile 2008

Vino Rosso Sangue

Tra le bevande che il genere umano è uso bere sin dai tempi più remoti c’è il vino, il succo fermentato dell’uva. In epoche passate questo liquido è stato glorificato e demonizzato, studi recenti hanno evidenziato la presenza tra le innumerevoli componenti, talune ad effetto terapeutico verso l’organismo umano. Con questo post voglio evidenziare luci ed ombre di questa bevanda.

Studi epidemiologici su alcune popolazioni francesi delle anomalie che hanno portato a formulare il cosiddetto “Paradosso Francese”: in pratica, in una data quantità individui è stata riscontrata un’elevata concentrazione di lipoproteine (le proteine atte a trasportare Colesterolo e trigliceridi nel torrente ematico) dannose per il sistema cardiovascolare, ma una bassissima incidenza percentuale di morti causate da patologie al sistema cardiovascolari connesse con la presenza di queste particelle del sangue. Questo fatto è molto strano, tanto che alcuni tossicologi hanno condotto ricerche specifiche e sono arrivati a delle conclusioni sorprendenti. In pratica è stato rilevato che la bassa incidenza di questi disordini cardiovascolari è dovuto all’assunzione di modeste quantità di vino. O meglio, l’assunzione di modeste quantità di vino porta all’assunzione di composti chimici naturali con un forte potere protettivo nei confronti del sistema cardiovascolare gli ANTOCIANI (antiossidanti) e il RESVERATROLO (anti epatotossico, e antiossidante potente). Gli antociani sono dei pigmenti naturali che donano il colore rosso per esempio anche alle rose, mentre il resveratrolo è un FITOALESSINA. Una fitoalessina è un composto che la vite produce per proteggersi dalle infezione da parassiti e per rallentare la crescita di piante infestanti.

Il rovescio della medaglia è l’alcool etilico contenuto nel vino. L’alcool Etilico come tale, è un agente tossico per il nostro organismo, in quanto provoca azioni marcate a livello dell’encefalo. Ma esso risulta tossico anche quando il nostro metabolismo lo trasforma per poterlo espellerlo più facilmente. Infatti la sua in attivazione metabolica passa per dei composti come l’acetaldeide e l’acido acetico irritanti e corrosivi per le cellule, immaginate dunque, i danni subiti dal fegato (organo deputato alla detossificazione) dopo qualche bicchiere di buon vino.

Tirando le somme di questa discussione, il vino come tale ha effetti positivi uniti ad effetti negativi, quindi, è da prendere alla lettera l’assioma: l’unica cosa che distingue un cosa utile all’organismo da una veleno è la DOSE, o la quantità!