venerdì 30 maggio 2008

Mio dio che bon!!!!

Lunedì della settima appena trascorsa ho avuto il privilegio e l’onore di presenziare ad un pranzo del tutto particolare, in un collegio studentesco dove una mia gentilissima compagna di corso abita.

Questa giovane donna si chiama Michela ed è originaria dalla Puglia e ormai da un bel po’ di tempo ci facciamo amichevolmente buona compagnia negli orari di mensa e nelle serate di festa patavine. La particolarità del banchetto sta nel fatto che ho mangiato tutte cose che sono state prodotte nella sua terra natale, gentilmente fornite dalla sua mamma

Partendo con ordine, lunedì mattina come tutte le altre mattine ero in biblioteca in facoltà mia e mi è arrivato un sms da parte della gentil donzella Michela che mi avvertiva che non sarebbe venuta in mensa a causa di una quantità immensa di roba da mangiare e da finire che le era stata portata dalla sua mamma che le era venuta a far visita nel week-end appena passato, li per li, mi sono detto: mi toccherà andare in mensa da solo (cosa che odio profondamente!) poi rileggendo il messaggio ho visto che la fanciulla aveva lanciato un disperato messaggio di aiuto, ed io, che sono un cavaliere, e corro sempre in soccorso alle giovincelle in difficoltà, mi sono detto non posso non darle una mano :-P. A parte gli scherzi mi ha invitato a pranzo in collegio da lei, con la prospettiva di fare un banchetto a base di Orecchiette fatte dalle mani sapienti della sua mamma e di Caciocavallo e mozzarella di fattura artigianale. Non potete nemmeno immaginare quanto buono era il tutto, tanto che dopo l’ultimo pezzetto di formaggio che ho ingurgitato più per gola che per vera fame, ho assunto la posizione nella sedia ed ho affermato… “DESSO STO BEN!” l’unica parola che mi viene in mente per descrivere il tutto è, eccezionale! Ad aggiungere il tocco finale alla bontà intrinseca della pasta fatta come dio comanda ci ha pensato il sugo sempre di fattura materna! Beh, una cosa spettacolare! Fin qui tutto ok, non avevo purtroppo fatto i conti con l’abbiocco post mangiata, quel torpore che capita nei grandi pranzi. La questione era che alle 1430 avevo un paio di ore di lezioni e per giunta di fronte ad un computer, la morte! Ma posso esclamare senza ombra di dubbio che ne è valsa la pena, la squisitezza delle prelibatezze che la Micheluzza mi ha preparato ha compensato il leggero disagio post pranzo. Così io posso affermare, in barba a molti miei amici buon gustai, IO HO mangiato le vere orecchiette pugliesi!

GRAZIE MICHELA!


venerdì 23 maggio 2008

Bella e Pericolosa....















Tra strategie che Madre Natura ha elaborato nel corso dell’evoluzione delle specie, per la sopravvivenza dai predatori, ve n’è una di molto interessante e allo stesso tempo diabolica.
Per la verità, la strategia che tra poco vi illustrerò è una combinazione di stimoli visivi e biochimici per l’aspirante predatore.

Danaus Plexippus è il nome scientifico per una meravigliosa farfalla denominata volgarmente La Monaca. È originaria del nord America e a dispetto dal nome docile e mite che ispira fiducia nel corso della sua evoluzione ha adottato uno stratagemma infernale per evitare di finire in pasto a tutti quegli animali che si cibano di bruchi e farfalle. Sin dai primi giorni del suo stadio larvale, per evitare di finire in pasto a qualche predatore, sviluppa una colorazione a strisce parallele Giallo Blu rigate di bianco molto sgargiante, e questo nel regno animale è sinonimo di pericolosità o quanto meno di attenzione per possibili conseguenze nefaste. Successivamente il bruco durante il suo sviluppo è solito cibarsi di gradi quantità di foglie di Oleandro, che contengo altissime concentrazioni di Glucosidi Cardioattivi. Ai più questo nome dice poco o nulla, ma è una denominazione Chimico farmaceutica che racchiude i famosi principi attivi della DIGITALE che vengono somministrati nei casi di insufficienza cardiaca per migliorare la forza di contrazione del miocardiocita. Il meccanismo con cui agiscono queste molecole è molto singolare, blocca selettivamente una particolare proteina della membrana della cellula, chiamata Na+/K+ ATPasi deputata alla formazione del gradiente ionico necessario affinché vi sia risposta contrattile. Il blocco di questa “pompa” di membrana provoca ritenzione di Na+ nella cellula che per riportare alla normalità la situazione attiva un’altra proteina, il canale Ca2+/Na+ che espella Na+ e introduce Ca2+ con ovvio miglioramento dalla forza contrattile (il Ca2+ è lo ione che provoca contrazione dei muscoli!). I problemi di questi principi attivi è che hanno un ridotto intervallo terapeutico, in altre parole sono molto tossici e se non si fa molta attenzione si corre il rischio di intossicarsi con conseguenze anche letali.

È proprio questa la genialata di Madre Natura, il bruco della Monaca è completamente insensibile agli effetti velenosi di questi composti, tanto che li concentra in se stesso, e se uno sventurato predatore (o pirla oserei dire!!) mangia il bruco si intossica con possibili conseguenze letali. Se per caso non ci lascia le penne, la volta successiva che vede un bruco di quella morfologia li associa i colori al malessere che ha provato la volta precedente e ci pensa bene prima di rimangiarlo.
In questo modo il bruco si nutre, cresce ma al tempo stesso si difende con la strategia dei colori e dei composti velenosi.

Struttura di un glucoside cardioattivo cardenolidico.

venerdì 16 maggio 2008

L'energia dell'Amore...


In queste tiepide sere di primavera mi è capitato di assistere ad un corteggiamento amoroso a dir poco luminoso, la danza delle Lucciole. Phausis Splendidula è il nome scientifico di questo minuscolo insetto che allieta le serate in relax in giardino. Appartiene alla famiglia dei Lampiridi facenti a loro volta parte della più grande classe dei coleotteri. La peculiarità di questo esserino è che grazie ad un particolare processo biologico è in grado di emettere una radiazione luminosa con una lunghezza d’onda (λ) pari a 562 nm. Questo processo chiamato in gergo tecnico bioluminescenza avviene per ossidazione della molecola luciferina, prodotta dalle cellule dell’insetto, a ossiluciferina per intervento di catalisi della luciferasi (enzima). Più in dettaglio, la Luciferina in presenza di O2 e ATP(adenosintriforfato), composto molto importate per tutti i sistemi biologici per il rifornimento di energia metabolica, viene trasformata in Ossiluciferina, il fatto peculiare è che questa banale reazione di ossido riduzione della molecola non libera come la stragrande maggioranza dei processi chimici energia sotto forma di calore, come tutte le reazioni esotermiche, bensì libera energia sotto forma di un fotone (radiazione luminosa) ad una precisa lunghezza d’onda (562 nm). La trasformazione dei reagenti in prodotti in questa reazione biologica, come per tutte le reazioni passa per uno stato intermedio ad energia elevata, il sistema poi si stabilizza cedendo questa energia come radiazione luminosa nello spettro del visibile. Fin qui abbiamo fatto una panoramica biologico chimica del comportamento della lucciola, ora vediamo i motivi per cui avviene questo. Il motivo principale è il corteggiamento da parte del maschio verso la femminina che in questo periodo si sta preparando a deporre dalle 70 alle 100 uova. Oltre a ciò va detto che l’accoppiamento tra i due sessi avviene con successo,quando l’emissione luminose tra i due corpuscoli è in sincronia, e che, in perfetto stile maschilista, l’insetto maschio è l’unico di questa specie in grado di volare. È già perché la femmina morfologicamente è un larva non in grado di volare.



giovedì 1 maggio 2008

Siamo tutti dei Drogati!

Chi di noi non ha mai bevuto un caffè in vita sua!?

La risposta è semplice, tutti noi, anche solo un volta hanno bevuto una tazza di un liquido nerastro con in flessioni marroni prodotto con un processo fisico chiamato; distillazione in corrente di vapore, sia esso eseguito con la normale Moka da casa o la più professionale macchina da espresso al bar. Si possono distinguere delle categorie di consumatori di questo stimolante centrale, che potremmo definire una droga d’abuso perfettamente legale. Vi sono quelle persone che consumano oltre le 3 tazzine al dì, quelle che ne consumano al massimo una o due ed infine quelle come il sotto scritto a cui il caffè provoca nervosismo, irrequietezza ed altro che in talune occasioni sono costrette ad assumerlo per tirare avanti come si sul dire!
Sono venuto in possesso di un articolo scientifico pubblicato da AMES (chi di voi fa scienze biomediche lo conoscerà di sicuro per il suo test sulla GENOTOSSICITA’) nel 1997 in cui veniva fatto uno studio sulle sostanze GENOTOSSICHE (potenzialmente molto pericolose per il patrimonio genetico) contenute in una banale tazzina di caffè. Questo lavoro ha portato alla luce una verità sconcertante, in una tazzina di caffè vi sono circa 1000 composti che potenzialmente potrebbero causare danni irreparabili al patrimonio genetico della cellula eucariotica. Di questi la stragrande maggioranza devono essere ancora testati veramente sul modello animale, ma 19 di essi hanno causato sviluppo di forme cancerose nel modello animale RATTO, 8 si sono dimostrate completamente inattive ed infine la cara vecchia caffeina, la metilxantina, attiva sui centri di stimolazione cerebrale ha dato risultati incerti.

· POSITIVI AL TEST DI GENOTOSSICITA’:

§ Acetaldeide / Benzaldeide / Benzofurano / Benzene / Benzo(a)pirene / Etilbenzene / Catecolo / Acido Caffeico / Limonene /Dibenzoantrachinone / Formaldeide / Furano / Etanolo / Idrochinone / Furfurano / Perossido di idrogeno / Stirene / Toluene / Xilene.

Questi composti NON sono contenuti naturalmente nel chicco di caffè ma si vengono a produrre durante la tostatura e la torrefazione a cui il seme viene sottoposto, in pratica sono prodotti di combustione.

D’altro canto non bisogna allarmarsi, l’uomo cosce il caffè da molto tempo e non si è mai visto nessuno morire di cancro indotto da caffè. Ma il rischio esiste, e se rimane tale è solo perché l’organismo umano è una macchina eccellente in grado di neutralizzare tutti i pericoli sopraccitati con grande efficienza. Bisogna solo fare in modo di mantenerlo in perfetta efficienza, e questo lo si fa con una dieta corretta e con uno stile di vita sano.