venerdì 30 gennaio 2009

Pratiche Pagane

Qualche settimana fa ho subito le angherie del generale inverno, ovvero mi sono preso un bel raffreddore alla fine di un week-end molto movimentato. Spinto dalla disperazione causata dalla bruttissima sensazione di avere il naso chiuso e con il pensiero di passare, a causa di ciò, una notte insonne ho applicato su me stesso un rimedio della medicina popolare per alleviare quella insopportabile tortura. Sul punto di avere una crisi di nervi per non avere il mio fedele spray a base di corticosteroidi, mi è ritornato alla mente un passaggio di una lezione di Farmacognosia dell'anno scorso tenuta dal Prof. Ragazzi, il quale sosteneva che alcune popolazioni erano dedite all'uso di Peperoncino per alleviare i sintomi delle malattie da congestione nasale sniffando strisce di polvere di caspico ossia peperoncino. Ad onor del vero però il docente, dopo aver esposto questa usanza, per così dire pagana, si è detto scettico sul fatto che vi possa essere una base farmacologia precisa, ovvero che l'effetto di apertura del naso sia dovuto più ad un riflesso del tipo nocicettivo della mucosa (cioè l'epitelio reagisce rilasciando mediatori di costrizione perché quella sostanza è irritante) che non al potere intrinseco del preparato. 
La polvere del Peperoncino contiene molte sostanze importanti dal profilo alimentare e farmacologico, tra cui si ricorda, la capsaicina e una serie di altri alcaloidi e vitamine tra cui la più abbondante è la C (il che spiega il forte potere antiossidante di questa droga vegetale). La capsaicina è un alcaloide derivato dalla degradazione enzimatica di un acido grasso a lunga catena insaturo, ed esplica la sua attività biologica attivando i recettori Vanilloidi (VR1) presenti nella mucosa buccale. L'interazione causa attivazione di queste proteine canale per Na e Ca, due cationi che responsabili del potenziale di membrana delle cellule. L'eccessiva mobilitazione di questi due ioni causa desensibilizzazione della fibra nervosa e mancanza di rilascio del messaggero chimico per il segnale del dolore (sostanza P) che ha il compito di trasmettere l'informazione dolorifica ai centri superiori. Quindi dopo la botta dolorifica associata ad un forte aumento di calore e sensazione di bruciore iniziale, la bocca rimane insensibile ad ulteriori stimoli dolifici.
La mia esperienza di assunzione di peperoncino per via nasale è stato altrettanto dolorifica e devo dire che dopo pochi secondi dall'assunzione il naso era libero, ma non credo di poter descrive in maniera reale il dolore che ha comportato ciò. 
Al di la del puro fatto di assumere peperoncino contro il raffreddore, bisogna dire che a fronte delle innumerevoli proprietà culinarie che questa pianta presenta, si deve prestare la giusta attenzione nel fare questi esperimenti, in quanto la fisiologia insegna che un'eccessiva desensibilizzazione delle fibre dolorifiche è un fatto grave che può portare a non sentire il dolore eccessivo (riflesso di protezione) ed inoltre alla morte del neurone stesso con conseguenze gravi dato che queste importantissime cellule non si rigenerano. 
CAPSAICINA MOLECOLA

4 commenti:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)