Quindi direi che è stata una buona idea mandare a farsi benedire i miei pregiudizi.
Colgo l'occasione per AUGURARE A TUTTI UN BUON CAPODANNO E BUON INIZIO ANNO con l'augurio rivolto a che può di ciav***!!!!! :-P
Per tutti coloro che vogliono seguire le scoperte e le vicissitudini di giovane studente...!
La pianta che potete notare nel disegno si chiama Atropa Belladonna, è molto velenosa, ma da essa si ricavano numerosi composti molto utili come medicine. Questo post è dedicato non tanto ai principi attivi di questa droga vegetale, ma alla scoperta che ho fatto qualche giorno fa leggendo un libro sulle erbe che la mia mamma tiene in libreria. Partendo con ordine, l’Atropa Belladonna è una pianta spontanea ma sporadica fra i cespugli di boschi di latifoglie. È una pianta erbacea perenne alta più o meno un metro e mezzo, presenta dei bellissimi fiori rosso-vinosi, delle foglie abbastanza ampie ed infine dei frutti scuri che possono essere facilmente scambiati per bacche selvatiche commestibili.
Questo arbusto spontaneo è stato chiamato belladonna in quanto le gentildonne veneziane in epoche passate sfruttavano l’effetto midriatico (dilatazione della pupilla per rilassamento dei muscoli dell’iride per blocco dei recettori per il neurotrasmettitore acetilcolina che provoca contrazione della muscolatura) per rendere più luminosi gli occhi ed apparire così più affascinanti.
Uno dei principi attivi presente nella pianta è la ± Josciamina (Atropina) (disegno alla fine) responsabile degli effetti farmacologici per la quale è stata studiata. In verità l’Atropina è un veleno in dosi massicce, l’intossicazione può avvenire per ingestione delle bacche, dei fiori oppure tramite assunzione di carne di qualche animale che incautamente ha mangiato l’arbusto. Solitamente con una dose maggiore di 10 mg sopraggiungono allucinazioni delirio e coma. Viene impiegata per controllo di stati spastici, nevralgie e per controllare le secrezioni ghiandolari qualora ve ne fosse bisogno. Il fatto interessante che ho scoperto è che se un individuo presenta i sintomi di avvelenamento da questi composti, in attesa di ospedalizzazione la situazione può essere controllata con la somministrazione di bevande tanniche, caffé forte e carbone vegetale. Questi rimedi alla portata di tutti permetto di non far assorbire il veleno che è ancora presente nel tratto digerente in quanto: le bevande tanniche (Il the) contengono tannini (acidi di e tri gallici) che formano un sali insolubili che non permetteranno il passaggio in circolo dell’atropina, il caffé alza il tono del sistema nervoso centrale, e il carbone vegetale assorbe fisicamente il veleno e impedisce la sua entrata in circolo.
Con questi rimedi alla portata di tutti si possono evitare conseguenze molto gravi per lo sventurato. Questo non significa che l’antidoto per l’atropina è il The, ma che si può intervenire in maniera molto efficace e poco impegnativa, con mezzi semplici, fino all’arrivo del personale competente in queste cose.
Questo distinto signore, con l'aspetto del nonno di tutti noi, è stato una delle menti più brillanti dell'ottocento in campo scientifico. Il suo nome è JAMES PRESCOTT JOULE. Già, proprio il nome, o meglio il suo cognome è fonte di continue discussioni tra chi ne fa, per vari motivi la sua conoscenza! Queste discussioni coinvolgono i poveri studenti come me, e menti illuminate come professori universitari e non, d’enorme estrazione culturale. Dopo l'ennesima diatriba scoppiata questa settimana indovinate con chi!? Proprio con lui! Il mio compagno di stanza Matteo, ho deciso di andare a fondo alla questione. La questione fondamentale è: il cognome di Mr. Joule si pronuncia all'inglese o alla francese? Il sig. Joule è nato il 24 dicembre del
Dopo questa piccola parentesi di fisica, veniamo al nocciolo della questione, come lo si pronuncia? Il mio prof. di fisica delle superiori esigeva che lo pronunciassimo all'inglese per rendere omaggio alla terra che gli ha dato i natali, mentre il mio insegnante dell’università, lo voleva pronunciato alla francese perché la sua famiglia aveva origini transalpine. Il punto è che hanno ragione tutti e
Qualche settimana fa, ero seduto in camera, e il mio amico Matteo ha fatto una domanda su che genere di malattia era il morbo di Crohn. In quel momento ci siamo messi a cercare sul libro di fisiologia medica se vi era qualche riferimento in merito, ma non siamo riusciti a trovare niente. Di li, si è insinuato un "tarlo" fisso nel mio cervello che mi ha spinto a documentarmi su cosa fosse questo genere di malattia. Tanto più che domenica scorsa quasi per caso ho letto una pubblicazione su nuove terapie per ridurre i disagi di questo morbo, ora, nel puro spirito che caratterizza questo blog, rendo partecipi anche voi di questa scoperta.
Il morbo di Crohn (chiamato così da medico che caratterizzò per primo questa patologia Bernard Burrill Crohn) è un'infiammazione cronica che colpisce l'apparato digerente. Teoricamente, può colpire un'area che va dalla cavità buccale, fino all'orifizio anale, ma la maggiore incidenza si presenta a livello intestinale, in particolar modo nella regione dell'ileo nel tenue. Tale infiammazione cronica è da imputare ad un'alterata risposta immunitaria dell'organismo umano verso antigeni (entità riconosciute come non proprie dal sistema immunitario) presentati dalle cellule della parete intestinale. Il sistema immunitario non riconoscendo come proprie queste strutture (antigeni) le attacca credendo erroneamente che siano dannose per l'organismo e questo innesca il fenomeno infiammatorio(flogosi). Come accade per varie altre gravi malattie, anche per il Crohn, non si conoscono esattamente le cause per cui, cellule della linea bianca si rivoltano contro il proprio organismo. Alcuni ricercatori ipotizzano vi siano motivi d’ordini genetici con la mutazione del gene che fa produrre l'antigene, altri attribuiscono a fattori ambientali come dieta e fumo la colpa. Fatto sta che questa continua aggressione da parte del sistema immunitario, provoca ISPESSIMENTO della parete intestinale con disordini d’assorbimento di principi nutritivi, vitamine e anche farmaci somministrati per via orale, con scompensi molto gravi a lungo andare, come steatorrea(presenza di ac. grassi non digeriti nelle feci) decalcificazione ossea e disordini nell'assorbimento del potassio. In aggiunta, quest’infiammazione e conseguente riparazione del danno con tessuto non specifico dell'intestino, chiamato tessuto fibroso, provoca modifica dei movimenti peristaltici con comparsa di dolori crampiformi, febbre, diarrea moderatamente grave.
La pubblicazione di cui accennavo sopra, verteva sul fatto che alcuni ricercatori impiegando cellule staminali emopoietiche (quelle del sangue) sono riusciti ad ottenere una remissione del 80% della malattia vale adire che in pratica il paziente si ritrova ad avere al massimo qualche lieve disturbo intestinale nulla di più. Questa scoperta è molto interessante, in pratica, dal sangue del paziente affetto da Crohn, sono state isolate le staminali, le quali, sono state fatte proliferare e poi rimesse nel paziente. Il tutto dopo che con una terapia farmacologica sono state distrutti i globuli bianchi responsabili dell'infiammazione. Non hanno fatto altro che resettare e fatto ripartire il sistema immunitario. Inoltre, sempre lo stesso gruppo di ricerca pensa che si possa arrivare alla remissione totale della malattia utilizzando staminali da un donatore esterno, escludendo possibilità che se il difetto delle cellule bianche sia genetico si ripresenti, ma questo è ancora tutto da valutare.
Questa è una terapia che dimostra le enormi potenzialità che le staminali offrono per una terapia cellulare a malattie croniche, la questione è puramente economica, per i finanziamenti alla ricerca, ed etica in quanto le staminali in generale scatenano un dibattito infuocato in vari ambienti della società.
Il sonno è una condizione essenziale per ogni essere vivente sulla terra. Mercoledì della settimana scorsa mi è capitato, come ogni mercoledì da un mese a questa parte, di rientrare a casa tardi da una serata tra amici, ed ora voglio condividere alcune scoperte che ho fatto riguardante il sonno un po’ di tempo fa. Come prima cosa, il pensiero che mi è balzato in testa subito prima di coricarmi è stato: cavoli, domani sarò talmente rinc******ito che non riuscirò a seguire efficacemente tutte le lezioni in programma come ogni mattina. Invece con mio grande stupore la mattina dopo ero fresco come una rosa. Questo pensiero mi ha fatto rimembrare le varie proprietà che il sonno quale condizione di riposo per l’organismo, presenta.
Fisiologicamente il sonno è condizione caratterizzata da una serie di onde elettriche encefaliche con potenziale ben definito che si registrano mediante elettroencefalogramma. La suddivisione degli stati del sonno è basata proprio sulla distinzione delle onde encefaliche che lo caratterizzano. Si divide in:
Compongono il sonno e compaiono ad intervalli temporali regolari durante la notte.
Il sonno NREM (Non rem) è definito sonno ad onde lente ed è quello che insorge per primo, e secondo il mio punto di vista il meno interessante, anche se incubi, sonnambulismo e altri disturbi del sonno compaiono in questa fase. Vi sono degli studi che indicano chiaramente che i farmaci sonniferi, benzodiazepine e barbiturici, promuovono questo tipo di sonno, e l’individuo si sveglia di mattino ancora stanco
Il sonno REM (rapid eye movement) è il sonno definito profondo, o PARADOSSO. In questa fase se si va a registrare l'elettroencefalogramma di una persona che ne presenta i segni ci si accorge che l'attività elettrica cerebrale è molto rapida. Di solito onde rapide si riscontrano nei soggetti svegli. La cosa che ha catturato la mia attenzione, è che in questa fase l'attività cerebrale è elevata, ma la soglia di risveglio (vale a dire quanta facilita si ha per riprendere lo stato sveglio) è la più bassa possibile, in pratica in fase rem è più difficile svegliarsi. E' per questo che è chiamato sonno paradosso. Vi sono poi evidenze certe, che in questa fase vi è attività onirica, in quanto studi su soggetti addormentati con risonanza magnetica hanno evidenziato un'elevata attività nel centro encefalico per le emozioni (amigdala) e nelle aree d’associazione visiva (che ricordiamo che sono aree che ci permetto di capire che quello è l'oggetto che stiamo guardando) questo sta a significare che si sta sognando.
Vi sono poi, evidenze che il sonno rem abbia un ruolo omeostatico (mantiene normale le condizioni vitali alterate anche leggermente dalla vita quotidiana), se si priva un individuo del sonno rem, può andare incontro a nevrosi psicosi e perdita di peso corporeo anche con diete ipercaloriche. Si è inoltre riscontrato che quelle persone, che come me fanno tardi la sera sballano i ritmi dei 2 tipi di sonno e le notti successive presentano una quantità maggiore di sonno rem, e questo è un'evidenza che il rem è la vera fase ristoratrice per il corpo. Un'altra cosa che ho trovato molto interessante è che se sì prima una persona dei sogni questa è soggetta a nevrosi e psicosi molto accentuate. Alcuni ricercatori attribuiscono questo al fatto che i pensieri illogici e le storpiature della realtà, nei sogni, sia un modo che il nostro encefalo ha per riposarsi magari da un'intensa giornata di lavoro intellettuale.
In conclusione il fatto che la sera si faccia tardi non è sinonimo stretto di essere completamente inattivi il giorno dopo, il nostro magnifico carpo adotta strategie per recuperare il più possibile anche nel poco tempo che gli si concede.
Salve, eccomi di nuovo all'opera.
Come promesso in precedenza, spendo un po' di tempo e un post per tentare di far capire ai ragazzi dai 15 ai 25 cos'è il Varicocele. Ovviamente, non essendo un andrologo non pretendo di dare una trattazione rigorosa al problema, ma cercherò di far capire 2 punti essenziali di questo problema:
I testicoli ricevono il sangue dall'arteria testicolare situata all'interno dell'addome; il sangue è quindi trasportato attraverso una serie di piccole vene all'interno di tutti e 2 gli emiscroti. Di qui il flusso sanguigno passa tramite la vena spermatica interna che lo riposta fuori, verso la cavità addominale. Il Varcocele, da un punto di vista fisiopatologico, è l'allargamento e dilatazione delle vene che risiedono nello scroto. La causa dell'insorgenza di questa condizione non è ben definita, taluni affermano che vi sia una debolezza delle valvole venose che controllano il flusso sanguigno nella regione, altri imputano la formazione di queste varicosità alla debolezza della parete venosa. Sta di fatto che questa PATOLOGIA è silente, vale a dire che nella maggior parte dei casi non da sintomi, in alcuni soggetti la formazione delle varicosità e la pressione del flusso sanguigno sul testicolo può causare al massimo fastidio, a cui il soggetto non da peso.
La percentuale di giovani affetti da questo disturbo è elevatissima, si calcola che 1 ragazzo su 5 ne sia affetto, ma non lo sa. E posso garantire che non è un'esagerazione in quanto, il sottoscritto ha subito un intervento in day hospital per tale patologia, e nella camera di degenza post-operazione c'erano altri 4 ragazzi come me che hanno subito lo stesso genere d’intervento, e per di più allo stesso testicolo. Già, perché 85% delle persone affette da varicocele lo presenta sul testicolo sinistro.
Questo disturbo NON deve essere trascurato in quanto, a breve termine non ci sono conseguenze degne di nota, ma a lungo termine può determinare conseguenze serie. Questo perché la gametogenesi(formazione degli spermatozoi) che avviene nei testicoli, richiede di una temperatura bassa(madre natura li ha messi lì apposta), e il sangue nelle varicosità provoca innalzamento di temperatura in situ con formazione di spermidi immaturi o poco mobili, in altre parole ridotta fertilità maschile. Che può sfociare addirittura in sterilità in età adulta.
Negli ultimi anni sono state messe a punto tecniche operatorie molto efficaci e poco invasive.
Qualche anno fa l'operazione richiedeva anestesia totale e minimo 3 giorni di degenza senza la possibilità di urinare, con gran disagio per il paziente, oggi, invece vi sono tecniche poco invasive che prevedono l'iniezione di un farmaco che sclerotizza le venule, oppure la chiusura della vena spermatica (intervento che dura 15 min in sala operatoria con una banale anestesia spinale, non totale).
Il secondo punto della questione è puramente psicologico. Un tempo finché c'era ancora la leva obbligatoria questo, disturbo era rilevato durante la visita a militare, ora che non c'è più, i ragazzi trascurano questo aspetto di loro. Mentre per le femminucce la prima visita specialistica viene fatta verso i 14 anni, i maschi sono lasciati in balia di loro stessi pensando erroneamente che sia sempre tutto apposto. Inutile affermare che in molti casi, questo è un pensiero sbagliato.
Poi il maschietto tende a vedere la vista andrologica come una cosa da vecchi e il suo ego da highlander, lo porta ad evitare di farsi visitare le sue cose intime.
Questo è un pensiero comune nei giovani (anche mio prima di ricredermi) e quello che mi preme far capire è che UNA VISITA ANDROLOGICA non intacca la mascolinità di nessuno. Quindi, a quelli che mi dicono "tanto a me non serve non ho nessun problema di sorta" io rispondo che non costa nulla farsi visitare ora, per evitare problemi in futuro!
Come naturale prosecuzione del post pubblicato mercoledì contro l'ignoranza in senso lato della categoria medici di base, propongo una breve descrizione su una patologia d’origine virale che molte persone, compreso qualche medico, ritengono incurabile o comunque difficilmente curabile, l'epatite C.
Questa patologia è dovuta ad un virus a RNA (acido ribonucleico) denominato HCV. Si presenta come una cronica infiammazione con distruzione degli epatociti che compongono il lobulo epatico (unità funzionale del fegato). L'infiammazione è cronica in quanto il virus rimane in replicazione nelle cellule senza che il sistema immunitario, in particolare, i linfociti T (cellule della serie bianca del sangue) riescano a rimuoverlo del tutto. Questo causa una continua infezione e distruzione cellulare, che può sfociare in cirrosi (deposito di tessuto connettivo, al posto di quello epatico) se lo stroma (organizzazione precisa delle cellule epatiche) è intaccato, o la maggior probabilità si sviluppare cancro.
Il virione dell'epatite C (HCV) è costituito da una da un pericapside (involucro) di costituzione simile a quella delle membrane cellulari (lipidi) con annesse proteine per il riconoscimento e l'aggancio all'epatocita. Possiede un codice genetico a 2 filamenti di RNA ed enzimi chiamati trascrittasi inversa in grado di produrre DNA da integrare nel genoma dell'ospite. Una volta integrato nel genoma dell'ospite sfrutta strutture eucariotiche per la produzione di proteine virali per formare nuovi virioni che estenderanno l'infezione.
Da quanto scritto è chiaro che il virus è un parassita e bisogna studiare strategie in grado d’eradicarlo, strategie farmacologiche comprendono farmaci quali, la ribavirina (antimetabolita in grado di interferire con la sintesi di mRNA per la produzione di proteine virali), e farmaci che impediscono l'attività della trascrittasi inversa (impedendo perciò al virus di divenire operativo).
Dal 1990 però si è iniziato a studiare il modo di indirizzare il sistema immunitario precisamente verso il virione, visto che il nostro organismo è una macchina perfetta, ha le armi per contrastare i virus, bisogna solo aiutarlo a direzionare (citochine interleuchine) specificatamente le azioni specifiche. Ancora meglio è la terapia a base di INTERFERONI α 2a/b. Gli interferoni sono proteine (GLICOPROTEINE) endogene prodotte da cellule della serie bianca del sangue. Sono potenti agenti antivirali in grado di impedire alla cellula malata di produrre le proteine virali. Più in dettaglio queste proteine impediscono la sintesi proteica derivata da m-RNA (esogeni) riconosciuti come non propri del corpo, in pratica quelli virali.
La strategia con gli interferoni va sotto il nome di terapia biotecnologia. Vi sono attualmente 5 specialità biotecnologiche approvate in terapia, alcune delle quali approvate già agli inizi degli anni 90 e altre sono in fase avanzata di studio. Io, quale animale pensante, mi chiedo il perchè i sopraccitati medici di base non sanno tutto questo, e che definiscono pericolose queste terapie. Fatta eccezione per un po' di febbre, non hanno particolari contro indicazioni, dato che sono SOSTANZE ENDOGENE. E altresì mi chiedo come fa un medico a dire che il virus è "dormiente" e non da problemi se la ricerca di RNA virale è positiva!? (Questa analisi palesemente dice il contrario, che il virus è in attiva proliferazione!). Tanto più che sono state affinate le terapie ed ora l'interferone α 2a viene somministrato in associazione con ribavirina per una maggior efficacia della terapia.
Il succo del discorso è, che quello che era impossibile 20 anni fa magari oggi si cura con facilità, e per riprendere concetti già noti bisogna usare la propria INTELLIGENZA e approfondire le cose.
Nota: spero di aver descritto questa cosa con la maggior chiarezza possibile senza trascurare dettagli tecnici! -G-